Alex Savelli & Ivano Zanotti: il rock del mondo per un “gioco” italiano

Inutile decantare come tutti il curriculum vitae di questi due grandi professionisti del suono e della produzione. Alex Savelli & Ivano Zanotti assieme per la prima volta in un disco dal titolo “Italian Kidd” pubblicato dalla RadiciMusic di Firenze che ovviamente gioca con le parole: kidd come ragazzo, come nuove generazioni… ma anche come gioco che criticamente si fa quando si pensa alla nuova condizione umana e sociale nei tempi del digitale sempre connesso. Se da una parte impera il futuro con i suoi troppo scontati automatismi, dall’altra si torna al rock verace, suonato, anche digitale all’occorrenza… si torna alle collaborazioni dentro un disco come questo che a viene definito dai nostri un disco festival in cui “concorrono” ben 11 voci diverse. E dall’incontro e dalle mille collaborazioni, passando per l’America acida dei contorni di strada, fin dentro le nostre abitudini. Bandiera forse, emblema del suono e della lirica, proprio “Not Alone”, che diviene a chiusa di tracklist “Non siamo soli”, unico brano che ritroviamo quindi anche cantato in italiano. C’è tanto da dire su questo disco: impossibile chiuderlo dentro un articolo di giornale.

“Italian Kidd” mi sa anche di un gioco di parole oltre che di una generazione digitale… o sbaglio?
Alex Savelli: è soprattutto un gioco di parole, lo scherzo italiano e non il ragazzo italiano un disco molto anglosassone ma suonato e cantato da italiani
   
Parlando di “gioco” secondo voi… quel che accade nella realtà di oggi è un gioco? Una sorta di edulcorazione della verità?
Alex Savelli: mi sembra una domanda retorica la risposta è ovviamente non è un gioco, ma essere ironici e giocosi aiuta sempre, SEMPRE!!!

Ivano Zanotti: Tutto è un gioco ma tutto fatto come si deve.

E parliamo di questo rock, assai scuro nelle intenzioni, direi quasi severo… come l’avete costruito? Come avete lavora in coppia?
Alex Savelli: comincio a dubitare che il disco ti sia piaciuto, anche se in parte posso comprendere il tuo parere, comunque lavorare in coppia è stato fantastico, molto interplay e tanta condivisone, con Ivano prima e con tutti i cantanti poi.

Ivano Zanotti: il rock non è mai severo ma dice solo la realtà. Se non ce la fai a sentirla è un problema tuo

Il festival delle 11 voci… qualche grande escluso?
Alex Savelli: no, solo pochissimi autoesclusi

Ivano Zanotti: nessuno perché ci dovrebbe essere?

Avete scelto prima le voci e poi i brani o viceversa? Che poi colpisce come la scelta non cada dentro nomi di rilievo… e vista la vostra grande carriera ce lo saremmo aspettati… no?
Alex Savelli: una volta ultimate le parti strumentali, abbiamo individuato i cantanti giusti molto velocemente. Ci siamo interrogati spesso su cosa fare, se coinvolgere musicisti o cantanti con un forte appeal mediatico, visto che potevamo farlo, ma la scelta che abbiamo fatto è netta: noi abbiamo suonato tutto a parte in The shepherd (dove Stefano Di Chio ha suonato basso e synth e Valentina Gerometta ha inciso voci e synth, entrambi Zois) e su ogni brano abbiamo coinvolto un cantante diverso che ci piaceva.

Ivano Zanotti: son tutti cantanti con dei progetti alle spalle e quindi tutti di rilievo. Scelti ognuno x le loro specifiche canore a seconda del pezzo. A noi piacevano questi. 

Ma questo pedalò in copertina? Un simbolo davvero emblematico per l’Italia delle ferie estive di qualche generazione fa…
Alex Savelli: la copertina è molto evocativa, a te colpisce il pedalò ad altri il bianco e nero, a me viene in mente il famoso quadro di Delacroix, "la libertà che guida il popolo", ad altri verranno altre associazioni di idee. Io penso anche bambini/futuro, come concetto universale.

Ivano Zanotti: tanti simboli italiani in copertina proprio a far valere la nostra nazione, anche se dopo il sound non è molto italiano.


La nostalgia impera ragazzi? Che c’è nel passato che non troveremo mai dentro questo futuro?
Alex Savelli: no, nessuna nostalgia, ciò che è sparito doveva sparire e ciò che è rimasto doveva rimanere, siamo noi che dobbiamo adattarci al limite e seguire un confuso disegno evolutivo. Il passato sarà sempre nel futuro e questa è una grande risorsa e una grande condanna.

Ivano Zanotti: Alex è stato perfetto. Il passato sarà sempre nel futuro e speriamo che lo sia ancora di più andando avanti.