Helle: il “Disonore” secondo una voce d’autore

Primo lavoro ufficiale per Helle, al secolo Lisa Brunetti, che consegna alla critica discografica e al suo pubblico un esordio dal titolo “Disonore” pubblicato da Volume!. Elettronica e sapori vintage dentro strutture tutt’altro che ferme alla forma pop da cassetta. L’indie italiano trova qui l’ennesima rottura di stile contro modelli che cercano la propria personalità sempre rivolgendosi a stilemi passati. E qui Helle cerca un certo tipo di antichità, inglese ci verrebbe da dire prima di tutto. E l’uomo sotto l’analisi dolce e pregiata di liriche per niente banali, i pregi e i difetti: i primi ostentati e stesi in bella vista alla pubblica piazza… i secondi tenuti segreti spesso anche a noi stessi, elemento di vergogna, mascherati alla meno peggio dallo sguardo indagatore del giudizio popolare. L’omologazione arriva e in questo bellissimo disco Helle cerca di polverizzarlo restituendoci la verità. Fresco di pubblicazione il nuovissimo video: “Rispetto”, forse l’emblema, tra suono e liriche, di questo disco che potremmo benissimo definire un vero concept sulla verità nuda dell’intimo umano.

Un disco che sa di società e di una nuova “depressione” quotidiana… o sbaglio?
Non sbagli. Viviamo in un mondo frenetico, immediato e sintetico. Per riscoprire certi valori bisogna chiudere gli occhi e prendere una pausa non solo dalla vita ma anche da noi stessi. Non è tutto da buttare, s’intende, le cose belle esistono da sempre e resisteranno – si spera. Oggi l’esibizionismo però pare quasi una regola, una necessità: è come se l’essere umano non potesse sopravvivere senza ostentare qualcosa.

E dal covid e dalla sua apocalisse quanto hai preso per l’ispirazione delle liriche?
A dire il vero in questo progetto ho scelto di non parlarne. Sono stati anni terribili e difficilissimi, la pandemia è una faccenda tanto tragica quanto assurda.

C’è un gusto retrò nel disco o sbaglio? “Carovane” penso sia un manifesto in questo…
Può essere. Quando scrivo a volte non ragiono su cosa sia retrò o cosa non lo sia: mi lascio semplicemente andare. Non ho paura di fare musica che ricorda il passato, come non ho paura di rappare in Figlia Delle Nubi o di avventurarmi nel folk in Selvaggio. Sono libera: per me ‘Disonore’ rappresenta anche questo. Con Carovane mi sono concentrata sulle immagini, sul concetto esistenziale – melodicamente parlando è stata molto istintiva, veloce. Il ritornello mi è venuto in mente da sotto la doccia, la strofa invece è saltata fuori da un’improvvisazione successiva. 

E questa foto di copertina? Mi colpisce la postura del tuo corpo. Una bellezza che si prende gioco delle forme…
Grazie per la domanda. La foto di copertina è stata realizzata grazie ad un’idea del fotografo Fabrizio Romagnoli. Eravamo affascinati dal contrasto fra rovine ed ‘eleganza’, la metafora dell’essere umano che danza agghindato in mezzo ai detriti – ai suoi detriti.


Parliamo del suono: un disco digitale ma anche qui, gli anni ’80 e ’90 sono una costante o sbaglio?
Qualche sintetizzatore, magari due ricordi in qua e là sicuramente ci sono. Utilizzo i suoni che mi piacciono, sperimento.

Ed ecco il un nuovo video ufficiale…
Il video di “Rispetto” è stato un progetto molto particolare: sono contenta di avere collaborato con Eva Lacroix, oltre ad essere una brava artista è anche una bella persona.