VEA: le combinazioni, le maschere, la propria essenza


Torniamo a parlare di VEA, all’anagrafe Valeria Angelotti che torna in scena con un disco ormai “vecchio” di qualche mese (visti i tempi liquidi di oggi) che però si arricchisce di una nuova voce. Un altro estratto, un altro bellissimo singolo che segue il fascino di “Esplosa”: in rete troviamo “L’esatta combinazione”, che come sempre dimostra grandissima cura del prodotto, della produzione ma anche quella gustosissima intelligenza nel prendere la vita con ironia e semplicità nonostante tematiche forti come il riconoscersi e il nascondere se stessi dietro maschere e perbenismi vari. VEA ha un talento che sottolineiamo con piacere dentro questo enorme calderone delle nuove voci italiane…

Un disco contro le maschere… ma in fondo un nome d’arte non è una maschera anch’essa?
Eh si, lo è. Ma non credo sia molto diverso da un affettuoso soprannome che ti viene affibbiato nel tempo. Non a caso il mio nome d'arte coincide proprio con il nomignolo che mi porto dietro fin dai tempi del liceo. 
Una maschera, oltre a nascondere, può anche svelare, essere rivelatrice.
 
E in fondo… una canzone non è una fotografia d’arte della realtà?
Si certo, ma non penso che sia come mettere una maschera alla realtà: è un punto di vista, una narrazione della realtà, che cerca di definire nel migliore dei modi un momento esatto, un'emozione precisa, un ricordo prezioso. Le canzoni migliori sono quelle che hanno un linguaggio universale, che riescono ad empatizzare con milioni di persone, proprio perché riescono a cogliere la vita oltre le maschere, dove alla fine siamo tutti fratelli e sorelle.
 
Chi è Vea… anzi, chi non è?
Sono una madre di canzoni, ma non sono madre. Non sono un uomo e non sono una donna stereotipata. Non sono quella di ieri, non sono quella di domani. Sono potenzialmente tutto, ma anche niente. 
 
“Esplosa” è un singolo che mi ha colpita particolarmente… la luce del video soprattutto… hai mascherato il tuo corpo mettendolo a nudo. Una prova di emancipazione personale in una società ancora con forti tabù. Ho avuto l’impressione che quella canzone tu l’abbia scritta per te stessa prima di tutto… sbaglio? 
Ho voluto mandare un messaggio a me stessa, in modo da poterlo poi estendere fuori da me. È una canzone che parla del dolore causato da una violenza e ho cercato di entrare nell'intimità e nel profondo di chi l'ha provato. Ho cercato di essere discreta, accogliente delicata...ho cercato di portare luce nel buio e il video è un tassello fondamentale di questo viaggio negli abissi del dolore.


E col tabù che rapporto hai?
Non saprei, se carichiamo la parola di un'accezione sessuale, direi che non ne vivo. Non credo che un corpo nudo possa essere un tabù, soprattutto in un video in cui il suo valore è chiaro e definito. Se per tabù, invece, intendiamo qualcosa di proibito, allora per me la sfera diventa più politico-sociale e il sentire a riguardo lo chiamerei rivendicazione...lo si può leggere trasversalmente in tutte le canzoni del disco.

Il nuovo singolo oggi: sembra quasi che tu voglia rintracciare un responsabile alle conseguenze della tua vita. Cioè come a dire: se sono così è colpa della combinazione di questi ingredienti… non è così?
Più che di colpa, parlerei di merito. E' un omaggio a chi mi ha reso ciò che sono, cantato con consapevolezza e leggerezza. Mi fa sorridere con tenerezza vedere quanto sia figlia dei miei genitori, quanto sia profondamente meridionale pur essendo nata e cresciuta a Torino e quanto sia dipendente dalla vita in città pur avendo sangue contadino. 
 
A chiudere: si è ritornati dal vivo?
Si! Ho presentato "Sei chi non sei" con tutta la band al Magazzino sul Po, grazie a Indiependence (che da anni mi sostiene), ho aperto un concerto di Paolo Benvegnù in un piccolo paese che ci ha accolti con grande entusiasmo e presto realizzerò uno spettacolo molto importante al Teatro della Concordia di Venaria dal titolo "Cantautori A Pezzi": uno spettacolo di parole, alla scoperta del ruolo del cantautore e della musica, ispirato alle mie canzoni e a quelle dei miei amici e colleghi Anna Castiglia, Ella Nadì e Protto. Insomma, non prendete impegni per il 30 Novembre e venite a sostenerci!