Michele Gatto: “Tanto c’è sempre tempo è un invito a cogliere e godere dell’autenticità delle piccole cose"


Il brano “Tanto c’è sempre tempo” è un invito a non rimandare niente a domani, soprattutto i sogni, quelli che pesano tanto dentro i cassetti del cuore.
Il tempo scorre così velocemente che spesso “rimandare” si trasforma in “rinunciare”. È un invito a non “fare per compiacere” ma “fare per stare bene”, per potersi guardare allo specchio e riconoscere la persona che sentiamo di essere dentro di noi.
Abbiamo intervistato Michele Gatto per saperne di più sul nuovo singolo.
 
Michele, come è nata la tua passione per la musica?
La passione per la musica è nata un po’ per caso: quando alle elementari chiedevano “chi volesse cantare per la recita di fine anno” mi sono ingenuamente proposto, scoprendo poi che mi piaceva un sacco. E il pubblico ne era pure entusiasta! Da quel momento ho iniziato a fare diverse esperienze, dal coro di voci bianche alla band pop-rock, dal musical all’opera, per poi (finalmente) trovare la mia strada nel cantautorato italiano! Devo tantissimo a quell’ingenua istintività (e incoscienza) di me alle elementari! 
 
 
Parliamo del tuo nuovo singolo “Tanto c’è sempre tempo”. Come è nato?
Questo singolo è nato qualche anno fa, è stato nel cassetto finora in attesa del suo momento. L’ho scritto nell’estate prima del mio 30esimo compleanno. Che ansia che avevo pensando che non sarei stato più “giovane”. E fra gli strani pensieri che facevo, ce n’era uno sul “tempo”, quel tempo che avevo passato a dare più spazio ad altro e non alla mia grande passione per la musica, che ho sempre coltivato ma in qualche periodo con un tempo limitato. Mi chiedevo se fosse ancora il mio tempo o se ormai fosse troppo tardi per vivere quella passione. Credo che si, ci sia ancora tempo ma è sempre meglio vivere “oggi” per non arrivare con troppi rimpianti a quel domani dove tante volte spediamo anche le cose che ci stanno più a cuore
 
 
Che atmosfera si respira in questo nuovo brano?
Direi che ci sono due momenti. Le strofe sono più un “rimprovero”, se dovessi descriverle con un colore sono a “scala di grigi”. Il ritornello è invece “mille colori”, contiene l’invito a vivere qualsiasi cosa ci faccia stare bene, anche la più piccola, con libertaà. Spesso quell’ansia di raggiungere “grandi cose” ci fa perdere il gusto autentico delle cose semplici.
 
 
Come è avvenuta la scelta del titolo e della copertina?
Il titolo l’ho scelto perché la frase “Tanto c’è sempre tempo” l’avevo detta tantissime volte a me stesso, sbagliando probabilmente. Nella copertina, realizzata da Roberto Chierichini, c’è uno scatto in cui mi vedo “libero”. L’abbiamo scelta proprio per questo, perché traduceva bene l’idea del brano
 
 
Un progetto a cui vorresti dar vita, prima o poi…
Mi piacerebbe molto realizzare un Ep e preparare un piccolo tour per portarlo live in giro
 
 
Cosa ci riserverà la tua musica nei prossimi mesi?
Prestissimo ci saranno nuovi racconti, sensazioni e riflessioni! Stay tuned