Intervista a Ibrido in occasione dell'uscita di “Rifacciamo le 6”


Ibrido in questa intervista ci racconta il suo ultimo singolo “Rifacciamo le 6”, un brano di sfogo e cura in cui il cantautore sostiene che fare i conti con i propri demoni interiori è la vera prova da sostenere per uscire dal buio.

Come è nata la tua passione per la musica? 
Mi sono ritrovato a cantare su un palco instabile davanti a una marea di ragazzi durante la festa di fine anno scolastico. 
Ho provato emozioni mai vissute prima, ricordo ancora la frase di un bullo a fine esibizione “Michael, malgrado tu sia un coglione perlomeno cantare ti riesce bene”.
Sorrisi e pensai “devo fare questo nella vita, non ho dubbi.”

Parliamo del tuo nuovo singolo. Come è nato?
È nato in un momento di sconforto, non riuscivo a vedermi bene, il mondo mi giudicava ed io lo ascoltavo.
A una certa come in tutte le cose, arrivi al limite e senti di non poter più dare retta alle opinioni che gli altri hanno di te. 
Ho avuto la fortuna di avere al mio fianco persone meravigliose che mi hanno aiutato nel corso del tempo ad affrontare quelli che definisco “demoni interiori”.
La notte credo sia un momento perfetto per fare i conti con noi stessi in compagnia di chi ci sostiene veramente e da qui, nasce il titolo del brano. 

Che atmosfera si respira in questo nuovo singolo?
Tormentata, un qualcosa che vivi tutto d’un fiato. 
Affrontare l’argomento dell’ansia non è mai semplice ma penso di aver descritto la situazione che mi ha coinvolto in maniera chiara e diretta. 

Come è avvenuta la scelta del titolo e della copertina?
Sono un fan della notte, è il momento migliore per fare i conti con me stesso o con le poche persone che ci sono veramente per te, da qui “rifacciamo le 6”, sfrutto al massimo quella fascia oraria così intima. 
Essendo un amante dei fumetti, ho pubblicato le uscite precedenti in quello stile e con questo singolo non ho cambiato il mood.
Inoltre ho introdotto il personaggio di Dylan Dog che crea un’ottimo connubio fra l’incubo e quelli che ho definito come i miei “demoni interiori”.




Un progetto a cui vorresti dar vita, prima o poi…
Vorrei incidere il primo album, penso sia l’obiettivo di tanti artisti emergenti.
È quello che ti permette di affrontare tante situazioni live e a parer mio descrive diverse sfaccettature dell’artista, lati che escono solo creando, è un po’ come mettersi a nudo.

Cosa ci riserverà la tua musica nei prossimi mesi?
Non posso pronunciarmi molto ad ora, sicuramente una volta terminata la stesura dei brani vorrei affrontare diverse situazioni live, fra festival e aperture, almeno l’obiettivo ad ora è questo. 
Dovrò pensare a formare la band nel frattempo, la scelta dei musicisti la ritengo di fondamentale importanza.