Grande pop d’autore, fresco, pulito, trasparente e spocchioso con mestiere e senza ridondanze… insomma una produzione che quando osa sa come permettersi anche la ricerca strumentale e di estetica, ricerca che diviene poi didascalica alla narrazione e al suo dipanarsi. Angelo Costantini in arte Costa pubblica per Artis Records il suo primo lavoro ufficiale dal titolo “L’odore dei limoni”, lavoro che abbraccia la clinica forma pop senza mai svendersi dentro soluzioni liriche troppo scontate. Ed è qui la vera dimensione del cantautore che non rifiuta il percorso radiofonico ma che allo stesso tempo lo impreziosisce di personalità e sostanza umana. Un disco umano dunque, dove la crescita e l’evoluzione dell’io diventano un vero concept del disco.
È un'immagine sinestetica, una vortice di senso o se vuoi un cortocircuito sensoriale in quanto questa immagine offre all'unisono una tempesta percettiva: il colore giallo della solarità; l'inconfondibile fragranza agrumata del frutto; la contrapposizione del sapore dolce ed acre allo stesso tempo ed anche il risveglio della funzione aptica dell'occhio nel momento in cui visualizziamo la ruvidità della sua buccia. Un'immagine piena di contraddizioni, metafora della vita che unisce gli aspetti più aulici senza trascurare quelli più difficili ed aspri. Sintetizzando l'odore dei limoni rappresenta l'attimo poetico, il momento di dischiusura dell'esistenza, momento in cui possiamo afferrare la vita in maniera piena allorquando ne acquisiamo davvero consapevolezza.
Hai ragione, il giallo non è ancora molto presente nei video già pubblicati. Il motivo è il seguente: il giallo dei limoni nel mio album è un colore traguardo e non di certo il fondo da cui esso trae ispirazione. A livello di concetto l'odore dei limoni, così come la poesia "I limoni" di Montale è un percorso, un sentiero scosceso e paludoso che sotto un profilo contenutistico viene incamminato a partire dalla condizione di caducità dell'uomo, dal dubbio esistenziale e dal desiderio di ricerca del vero se'.
I limoni, ovvero "le trombe d'oro della solarità" come li definisce Montale, hanno un colore ed un profumo di trionfo di solarità in quanto pienezza di vita e positività. E' possibile scorgere questa tipologia di giallo tra i raggi che illuminano il mio viso sorridente nell'ultima scena del videoclip di "Evanescente". Inoltre sono in procinto di lavorare all'uscita del mio nuovo singolo in cui il colore giallo non mancherà di certo!
Per quanto riguarda il profilo produttivo, invece, la questione è diversa perché le dodici tracce sono state arrangiate da Domenico Pulsinelli, affermato professionista in campo musicale che ha da sempre collaborato con illustri personaggi del mondo musicale del calibro di Finardi, Vecchioni, Dodi Battaglia (e molti altri) dei quali sicuramente si riscontra un'influenza musicale. Io pur stimando enormemente questi nomi del cantautorato italiano, mi sento più affine ad altri riferimenti che fanno sì che forse il disco non mi assomigli del tutto, anche se francamente questo aspetto narcisistico mi interessa in maniera relativa poiché a mio avviso è più importante il modo in cui le canzoni prendono vita e la maniera in cui interagiscono con l'universo emotivo altrui.
Io parto dal presupposto che le mie canzoni a seguito della gestazione compositiva, debbano risultare alla fine del processo la migliore rappresentazione di me stesso. Dunque il mio sforzo creativo è proteso verso un'ideale di bellezza formale e contenutistico.
Sotto questo profilo il mio disco non è solo quello che vorrei essere bensì il mio migliore specchio ovvero quello che restituisce la migliore delle mie proiezioni. In questa rappresentazione però coesistono le mie fragilità, le mie imperfezioni e le mie paure dunque questo disco si mostra per quello che sono nel mio intimo e non per quello che vorrei essere. È al contempo però possibile ravvedere anche quello che sono in potenza ed in divenire.
Penso che mi trovo esattamente nel mezzo del paradosso che tu descrivi.
Al momento della produzione del disco, avendo per lo più composto le mie canzoni chitarra e voce e dovendo affrontare una scelta di genere musicale, avevo di fronte a me perlopiù due strade: quella dell'Indie contemporaneo e quella del cantautorato classico. La prima, nonostante sia incline sotto un profilo di background culturale, ho dovuto abbandonarla perché le mie intenzioni artistiche di fondo sono diametralmente opposte. Rimaneva come ben dici tu l'imperituro cantautorato classico sebbene i miei riferimenti elettivi sono da rintracciare in De Gregori, Capossela, Bertoli ma il disco è stato arrangiato da Domenico Pulsinelli il quale aveva sicuramente un altro imprinting più vicino a Fossati, Finardi e Vecchioni (personaggi con cui ha collaborato) ed io ho voluto lasciare che si esprimesse liberamente.
Dopo il cortometraggio costituito dalla triade di anteprima "Sole e Cenere", "Sonni Soavi", "Evanescente" ed il videoclip del singolo "Vento" che potete trovate sul mio canale di Youtube, sarà finalmente il momento de "L'odore dei limoni" che da il titolo all'album la cui uscita è prevista per il prossimo autunno.