Decisamente una voce priva di etichette e di tempo anche, una voce leggera e sottile che ovviamente sa come distinguersi nel cestone dei tantissimi progetti di pop italiano. Che poi qui la musica, firmata anche da Veronica Marchi, ci consegna una forma ed un gusto assai maturi e ricchi di una personalità che sottolinea delicatezza e sensibilità. E tutto questo serve a BLU, in arte Mario Francesco Giarola anche finalista dell’Area Sanremo TIM 2020, a realizzare un disco d’esordio interessante e per niente banale anche se, va detto, ampiamente addentro agli stilemi classici del genere e dunque dovrà essere pronto a fronteggiare una concorrenza assai diffusa e ahimè affamata di visibilità. “Io sognavo noi” un titolo importante per un disco, critiche ed elogi a parte, assai importante, pesante di vita, leggero di una coscienza in via di definizione.
Prima di tutto parliamo di questa voce assai particolare. Un limite, un carattere incisivo, un elemento che ha fortemente direzionale il tuo suono e le tue liriche… dicci la tua…
Un elemento che sicuramente mi contraddistingue e che spesso lascia “perplesso” chi ascolta, non riuscendo a capire se è un ragazzo o una ragazza a cantare… a dire il vero non sono sicuro sia proprio un pregio :) però sì, ha dato una direzione precisa ai suoni del disco.
Titolo forte se ce lo concedi. La vita è fatta di sogni oppure i sogni sono qualcosa che fanno male?
Per me i sogni sono vita. Non credo di riuscire a vivere senza! E sì, è vero, possono fare male… sta a noi trovare il giusto equilibrio.
In questo mondo pop italiano tu sembri calcare davvero il cliché antico di generazioni. Come mai questa scelta?
Non credo sia stata una vera e propria “scelta”, ma una direzione spontanea presa quando scrivevo i pezzi con Veronica.
E il futuro secondo BLU? Che piega prenderanno i suoni?
Forse non troppo distante da quella attuale, anche se riconosco di essere in continua evoluzione. Ma proprio perché la musica è in evoluzione, e ciò influenza indirettamente i suoni e il percorso di molti artisti.