Tiberio Ferracane: la delicatezza di una grande magia


Quanto ci piace il suono che arriva dal mondo. E quanto si scorge dentro le pieghe di un disco simile, dentro quella grandissima magia che arriva dalle piccole cose… un vicolo di una città di mare, un suonatore all’angolo di una locanda, il sapore della neve o magari un vaso di fiori a ridosso della finestra. E poi il mare, dicevamo, lui a far da collante, con le sue onde, il suono… la famiglia, la propria storia che non ha una geografia definita e che poi parla lingue diverse. Tiberio Ferracane torna dopo anni di assenza dalla scena fatta da inediti scritti di suo pugno. Torna ora cavalcando la stima e l’affetto dell’amico e collega Philippe Troisi prematuramente scomparso proprio a due passi da questa produzione che nasce dall’incontro, dall’insieme… e che proprio il suo finire rappresenta tutto questo, incontro, storia, nostalgia ma anche tantissima voglia di futuro. “Magaria” è un disco di italiano, di siciliano, un disco che parla anche il francese e Tiberio Ferracane sa benissimo come tessere una trama che sa molto di quello shuffle borghese, letterario, un disco che sa di Provenza come anche di un campo assolato della madre Sicilia, di tisane ai bordi dei libri o di silenzi a ridosso della pioggia d’estate. Sono 9 inediti che parlano di storia e di vita, la sua, quella che ha consumato, quella che vede scorrere, quella che gli sembra qualcosa. La delicatezza che poi si dipinge a mano come in un brano alto dal titolo “Dall’altra parte della notte” - storia di famiglia, di emigrazione, di amore e di Africa - si alterna ai giochi dal retrogusto di ragtime dentro “Carlo” - canzone di infanzie, di amici, canzoni di un futuro soltanto da sognare. E poi ancora e ancora… si intravede il mare di Faber o quello in tempesta di Fossati, si accosta molto l’orecchio a quest’ultimo nelle dolce rotondità della voce di Ferracane quando demarca l’emozione nelle chiuse delle strofe… anche se l’apertura delle vocali in realtà ci regala belle sensazioni di Fausto Leali e su questo poi potremmo prendere derive altre. Forse è proprio la title track di questo disco ad esprimere il vero carattere del cantautore apolide che diviene a tutti gli effetti oggi con questo nuovo lavoro. Un brano saccente, un brano scarno ma allo stesso tempo pieno di ricchezza e di sfarzo popolare. Un brano che è figlio dell’uomo, fragile come un bambino ma al tempo stesso ormai maturo di consapevolezza.
E questo disco poi ha anche 6 personali interpretazioni: canzoni di grandi nomi come Modugno, Celentano, lo stesso Troisi che la voce di Ferracane fa sue. Perché probabilmente la sua storia passa anche da qui, anzi inevitabilmente direi. E su questo vi lasciamo ascoltare, a vostro orecchio e a vostro gusto…
“Magaria” è un bellissimo disco di canzone d’autore. La semplicità regna sovrana, gli stilemi classici anche, il futuro è soltanto un miraggio inutile e voluto, non una mancanza pesante o una distrazione. Come a dimostrare che l’uomo vince e che non serve l’elettronica dei computer o le mode a dettare la legge. 
Africa, Sicilia, mare, terra di pietra e poi qualche pezzo di storia. Ad ognuno il suo viaggio… rigorosamente dentro questo grande mondo mediterraneo.