Alcunelacune: la bellezza di fare un collage

 

Parlando di collage e parlando di un modo “cool” di metterlo in scena. Facendo una ipotetica “scrima" di queste parole forse ci si avvicina molto al concetto di “Coolage N.1” il nuovo inizio personale di Andrea Ricci che si firma Alcunelacune, cantautore di lungo corso che dai Vallanzaska ai Fratelli La Bionda, mette sul tavolo una bella carriera di esperienze, collaborazioni e scritture tutte decisamente figlie di una libertà espressiva sempre però attenta alla forma. Perché poi di “pop” parliamo concedendoci il gusto alto della deriva. Come d’altronde dimostra questo disco che proprio dalla prima traccia “Watch out” mette in gioco cliché di un’America shoegaze dalle ballate un po’ desertiche e un po’ (tanto) nostalgiche di quegli anni ’60. Cambio di rotta ma neanche con troppa violenza con “Il suono che fa” dentro cui ritroviamo la firma anche di Manfredi Perrone, colonna portante di questo nuovo mondo di Ricci. Cambio di rotta, dicevamo, per trovare l’italiano nelle liriche e sempre quel sapore vintage dentro le soluzioni estetiche, elemento che resterà sempre nel disco, macchiato qua e la da soluzioni poco datate e molto evocative. Dunque il DNA di “Coolage N.1” sembra attestarsi dentro questa direzione se si pensa anche alla successiva “Dimentica”, brano edito dai Fratelli La Bionda scritto e prodotto anni fa che qui però ritrova una veste in stile in coerenza con tutto il progetto. Ecco arrivare il vero singolo che si lascia introdurre da questi arrangiamenti molto figli di strumenti “giocattolo” e da quest’aria popolaresca di rione: “Gioco di prestigio” anche impreziosito da un bel video in animazione firmato da Grègori Dassi… che bello l’inciso corale, molte le immagini che arrivano alla mente, di un sud di tradizioni antiche ma anche di un caldo afoso e di qualche nostalgia perduta.

Si torna in America con “Ride on”, l’uomo dei forse, la storia di Maybe Man, personaggio di Alcunelacune che qui il buon Perrore immortala dentro una lirica che fa da “collage” con una musica accattivante, molto soul, molto metropolitana ma sempre saldamente vintage. Sembra un vintage a tutti gli effetti questo Ricci… E qui avremmo ben visto una sezione di fiati massiccia da gran gala… così come sa starci alla grande il colore di Hammond (o qualcosa che gli somiglia).
E poi torna il sapore latino, torna l’estate dei rioni antichi, bellissime linee di flauto che quasi richiama un’atmosfera atavica alla Faber per questo “Rosso di sera” (e non è un caso forse che il titolo rimanda ai noti adagi di un tempo). E il gioco prende il sopravvento, la festa di città dentro un borgo (americano ovviamente) con questo shuffle e questo ragtime che esplode di leggerezza dentro “Lucky Lover”… e ancora belli e ricchi di forza questi rinforzi corali che tante immagini richiamano alla mente… 
Chiudiamo con “Coltivare”, titolo ambizioso per un’ultima traccia dalle soluzioni sperimentali, forse il brano più coraggioso del disco per quanto la melodia resta ancorata alla linea guida di tutto il disco. Cambi di ritmi ed evoluzioni che poco avremmo previsto e che certamente non veniamo a svelarvi ma anzi, fosse solo per la libertà compositiva di questo brano, vi invitiamo con forza all’ascolto di “Coolage N.1” che davvero sa fare i compiti a casa e anzi sa metterci di suo come raramente sembra accadere nelle scritture della nuova scena italiana. Forse anche per la grande carriera di Andrea Ricci che di certo non è uno di quegli artisti che alle sue armi consegna l’ingenuità e la ricerca acerba di un suo posto nel mondo.