Eusebio Martinelli: lettere antiche, lotta partigiana, gusto pop internazionale


“Spam!” non poteva che essere un degno titolo per un disco ampio, di mondo, di suono, di contaminazione, di colori, di vedute… penso sia l’emblema dell’emancipazione in musica che ha degne derive di spettacolo. Perché alla scena tiene moltissimo il grande trombettista italiana Eusebio Martinelli che torna in campo con la sua Gipsy Orkestar per un nuovo disco che aspettiamo anche in vinile: “Sbam!” allora, dal pop al romanticismo, dalla lotta sociale ai balcani, è un titolo assai importante per questo disco.
 
Finalmente il nuovo video tratto da “Sbam!”: avrei mille domande ma prima parto dalla figura di questo bambino super eroe che corre nel grano. Che immagine è?
Quell’immagine suscita in me l’emozione del ricordo di quando ero bambino e che, come normalmente fanno tutti i bambini, mi sentivo il centro del mondo. Sentivo come se avessi potuto averlo tutto per me e che presto avrei realizzato grandi imprese. La realtà poi è tutt’altra cosa e poco alla volta inevitabilmente la si scopre.
 
E quelle lettere antiche? Da dove arrivano?
Il gioco è quello delle suggestioni, di indizi che ci guidano verso un particolare paesaggio sonoro. Queste lettere antiche portano la mia immaginazione alla storia dell’uomo che nei secoli si ripete, ai miei nonni, che hanno versato lacrime e sudore nella loro unica e irripetibile vita e che in gioventù si sono scritti lettere perché la guerra li ha allontanati. Queste lettere le ho realmente ritrovate in una scatola e mi hanno suscitato una forte emozione. Il loro tempo ora è inesorabilmente passato e il mondo li ha dimenticati, come un giorno dimenticherà tutti noi.

 
Come arrivi a Tonino Carotone per questa piccola collaborazione?
Tonino e un caro amico da molti anni, dal periodo in cui con Capossela suonavamo spesso in Spagna e lui era spesso lo special guest. Da molto tempo pensavamo di fare qualcosa insieme e questa è stata la circostanza perfetta.
 
Questo “Tratto leggero” in realtà sembra davvero pesante di una lotta partigiana nei confronti della vita o di quel non viverla in modo passivo… almeno così mi piace leggerla… che ne pensi?
Hai colto nel segno! Diciamo pure che è stata la mia versione di questi fantastici versi messi in musica diversi anni fa da un grande artista:
la storia siamo noi, siamo noi padri e figli,
siamo noi bella ciao che partiamo,
la storia non ha nascondigli,
a storia non passa la mano,
la storia siamo noi…
siamo noi questo piatto di grano.
 
E chi sono per te gli invisibili?
Pur essendo ispirato e dedicato ai miei nonni, il brano descrive la storia di tutti noi, “invisibili” alla storia, all’inesorabile scorrere del tempo.