Tiberio Burchi, in arte Will Tibet, nasce a Pisa nel 2001. Si avvicina alla musica sin da piccolissimo prendendo lezioni di chitarra, appassionandosi alla musica d’autore e alle composizioni acustiche. La chitarra sarà un punto fondamentale del suo percorso artistico, poiché sarà un elemento ricorrente e predominante nelle sue canzoni, dagli inizi fino ad oggi. Dalle scuole medie si avvicina al mondo del Rap e comincia e pubblicare i primi brani online. Sarà un periodo importante poiché tramite questo stile musicale avrà modo di affinare la propria scrittura ed avere un primo piccolo successo locale facendo parte di un collettivo, “Blveberry Equipe” con il quale farà la sua gavetta suonando dal vivo, in apertura di concerti a diversi artisti affermati della scena italiana, tra i quali Achille Lauro, Luchè, Junior Kelly, Come Cose, Sick Luke e Mike Highsnob.
Nel 2022 si iscrive all’UpMusic contest, e dopo aver superato le varie fasi riesce a imporsi nella finale, vincendo un contratto discografico e un progetto musicale che ha portato fino alla realizzazione di questo ultimo singolo, “Incubo”, disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica dal 3 maggio 2024.
La mia passione per la musica nasce da piccolino, è una delle primissime o comunque la prima vera scintilla che è scoccata di cui ho memoria.
Vengo da una famiglia dove la musica è sempre stata di casa e questo mi ci ha fatto avvicinare sin dai miei primi anni.
Alle elementari poi mia mamma mi ha iscritto a lezioni di chitarra e da lì è partito il viaggio che mi ha accompagnato fino ad oggi e che continua ad accompagnarmi.
La chitarra è stata infatti la prima compagna con cui sono riuscito a fondere l’altra mia grande passione, che è quella della scrittura. E così ho sempre scritto canzoni, rimane la cosa che mi emoziona di più nonostante lo faccia ormai da sempre.
“Incubo” è un brano nato dall’esigenza di esprimere dei pensieri e delle riflessioni su alcune domande che mi sono sempre posto.
È così che nascono le mie canzoni, da un bisogno, principalmente. Quando mi succede qualcosa di significativo devo scriverlo, così come devo farlo quando ho voglia di sfogare determinate sensazioni date dalle mie esperienze o dai miei viaggi con la mente che spesso mi trovo a fare.
Così una sera, nella mia camera, in un momento di nostalgia, se così si può dire, ho lasciato andare la penna e ho dato vita ad “Incubo”
Sicuramente un’atmosfera nostalgica, come dicevo.
Un giorno, passando casualmente davanti al mio vecchio liceo, mi sono ricordato dei giorni da studente e del modo in cui in quel periodo pensavo a quello che sarebbe stato il mio futuro.
Mi sono sempre chiesto se la mia passione sarebbe riuscita a darmi delle soddisfazioni, se in un modo o nell’altro avrei mai potuto fare di questo la mia vita e ciò mi avrebbe dato la possibilità di evitare il tipo di vita che mi ha sempre messo angoscia, in un certo senso, ovvero avere un lavoro fisso magari neanche così appagante, rispettare degli orari prestabiliti e abituarmi ad una routine, alla staticità, per avere poco tempo per me.
Tutte queste cose mi sono venute in mente e una volta arrivato a casa le ho scritte, cercando di immedesimarmi nel me stesso del passato confrontato al me di adesso.
Ho deciso di chiamare il brano “Incubo” perché tra le parole che sono presenti nel testo mi sembrava fosse quella che maggiormente racchiudesse il messaggio principale che avevo intenzione di dare.
In fin dei conti tutto il significato della canzone ruota attorno a queste paure, a questo terrore di uno stile di vita da cui sfuggire e l’incoraggiamento a mandare tutto all’aria per vivere come si vuole veramente una volta cresciuti. Per questo motivo ho cercato di dare un titolo al brano che fosse più rappresentativo possibile.
La copertina è nata casualmente; stavamo facendo delle foto in vista dell’uscita del brano e ci siamo trovati davanti ad una scuola. Abbiamo deciso così di entrare e di fare degli scatti dentro ad una classe, perché pensavamo fosse inerente al contesto.
Riguardandole, ci siamo resi conto che avremmo potuto giocare molto con le foto scattate ad una cattedra, sfruttando la lavagna e usarla per scrivere il titolo con il gesso.
È una cosa a cui non avevo pensato in realtà prima della reale riuscita ma alla fine credo che sia stato molto azzeccato.
Oltre al mio percorso artistico come cantante, in futuro probabilmente mi piacerebbe fare del piccolo studio in cui ogni giorno produco, un luogo in cui lavorare 24 ore su 24 a grandi progetti con tanti artisti, per dare voce a tanti ragazzi che meritano e per stare a contatto con i musicisti come me, che è una delle cose più belle; incontrarmi con idee e punti di vista diversi per obiettivi comuni, con l’arte e la musica al centro di tutto. Sarebbe di sicuro un sogno e una cosa speciale da costruire oltre al mio percorso individuale che chiaramente è al centro dei miei pensieri.
Non voglio ancora svelarlo in realtà ma le sorprese e le cose che farò saranno tante.
Adesso mi godo il momento e l’uscita di questo brano a cui ho lavorato per molto tempo insieme al team di UpMusic.
Sto ricevendo un sacco di Feedback positivi e ogni giorno continua a crescere, quindi sono molto orgoglioso di quello che è stato fatto.
Ho veramente un sacco di cose pronte, e non sto più nella pelle per farle sentire al mondo, ma bisogna avere comunque pazienza e pian piano farò uscire tutto.
Adesso il pensiero va a continuare questo viaggio e non farlo finire mai, crescere ogni giorno e far conoscere alle persone chi sono tramite la mia musica