Mac Parak racconta gli anni ’90 nel singolo “Quando c’era il Liga”


Con “Quando c’era il Liga”, Mac Parak torna dopo sei anni di silenzio e lo fa riaffondando nelle radici che lo hanno formato: il rock italiano e la nostalgia degli anni tra la fine degli ’80 e l’inizio dei ’90. Il singolo nasce da una folgorazione improvvisa — la serie sugli 883 — che gli ha riacceso il bisogno di raccontare i suoi ricordi, le sue strade, i suoi amori.

Il brano anticipa “Non era previsto”, un disco nato quasi per caso e costruito tra nuovi pezzi e canzoni scritte tra il 1995 e il 2004. Anche la copertina, con il Piaggio CIAO, è un omaggio diretto a quell’epoca.

In questa intervista per Ophelia Blog, Mac Parak ripercorre le origini della sua passione, il valore della nostalgia e i nuovi progetti che lo accompagneranno nei prossimi mesi.

Come è nata la tua passione per la musica?
Tutto è iniziato grazie a una musicassetta rock che un amico mi fece nel 1987. Quella cassetta è stata la mia porta d’ingresso in un mondo nuovo, enorme, che non ho più lasciato.

Parliamo del tuo nuovo singolo. Come è nato?
Ero fermo da sei anni, non cantavo più e dentro di me pesava parecchio. Sentivo di non avere più nulla da dire. Poi ho visto la serie sugli 883 e… boom: una folgorazione. Mi sono detto: “Racconta i tuoi anni, i tuoi amori, quella vita che non c’è più tra la fine degli ’80 e l’inizio dei ’90”. Così è nato il singolo, da un misto di nostalgia e bisogno di ritornare a raccontare.

Che atmosfera si respira in questo nuovo singolo?
È puro rock italiano (nostalgico) anni ’90. Quel tipo di suono che ti porta subito in un’altra epoca, ma con un’emozione ancora attualissima.

Come è avvenuta la scelta del titolo e della copertina?
“Non era previsto” è un disco digitale che — e non scherzo — davvero non era nei miei programmi. Quando ho visto che mi ritrovavo con un bel po’ di canzoni pronte, mi sono detto: “Perché no?”. Da lì è nata anche la strategia di distribuzione e promozione.
La cover, invece, mostra un motorino Piaggio CIAO: lo stesso che cito nel singolo “Quando c’era il Liga”. Un omaggio visivo a quell’epoca.

Un progetto a cui vorresti dar vita, prima o poi…
A livello cinematografico, sogno di realizzare un film di kaiju all’italiana, magari in stile tokusatsu giapponese — ride.
Musicalmente, mi piacerebbe moltissimo collaborare con Clara Soccini: credo che la sua voce potrebbe incastrarsi alla grande con il mio rock più sanguigno.

Cosa ci riserverà la tua musica nei prossimi mesi?
A gennaio dovrebbe uscire un nuovo album: il 50% delle canzoni è stato scritto tra il 1995 e il 2004, quindi aspettatevi un rock autentico, ruvido e profondamente legato a quell’epoca. Chi ama quel tipo di sound, sono certo che apprezzerà.