“Niagara” è quel tipo di brano che non ha bisogno di alzare la voce per farsi sentire. Carola racconta una relazione che non implode, ma si spegne goccia dopo goccia, in un lento crollo emotivo dove l’assenza di reciprocità pesa più dell’assenza d’amore. L’immagine dell’altra persona che fugge, quasi cercando di scappare anche da sé stessa, diventa la cornice emotiva di una canzone capace di trasformare la fragilità in un racconto potentissimo.
La giovane cantautrice milanese, classe 2004, conferma un talento raro: quello di saper rendere universali emozioni intime, senza filtri né pose. Cresciuta tra concorsi canori e palchi che l’hanno portata fino in Spagna, Carola porta in “Niagara” tutto il suo vissuto, la sua sensibilità e una maturità sorprendente per la sua età.
Il risultato è un pezzo che non parla solo di una fine, ma della capacità di riconoscere quando qualcosa non ci nutre più. Una canzone che scende in profondità, proprio come l’acqua che le dà il nome.
Come è nata la tua passione per la musica?
La musica è qualcosa che ho dentro da sempre. Da bambina cantavo continuamente in casa, nei karaoke improvvisati, nei momenti in cui non sapevo davvero cosa fare con l’energia che avevo. Per me la musica è un linguaggio che unisce e che al tempo stesso mi permette di esplorare le mie emozioni più profonde.
Parliamo del tuo nuovo singolo. Come è nato?
Niagara è un brano non scritto da me,volevamo provare ad usare un’altra penna per vedere un po’ come me la cavassi ad interpretarla. Mi è piaciuto perché parla di una relazione che si spegne non per mancanza d’amore, ma proprio per l’assenza di reciprocità. È una di quelle sensazioni che molti hanno vissuto almeno una volta.
Che atmosfera si respira in questo nuovo singolo?
L’atmosfera di Niagara è sospesa, come una corrente d’acqua che scorre ma non esplode. È malinconica, ma non disperata: c’è una lentezza quasi terapeutica. Mi piace pensare a una cascata interiore, dove il dolore non è solo rovina, ma flusso che purifica. Nel video, ad esempio, cammino in mezzo alla natura con un abito marrone leggero, e il vento simboleggia quel senso di fuga e distanza interiore.
Come è avvenuta la scelta del titolo “Niagara” e della copertina/video?
Il titolo Niagara è una metafora potente per me: la cascata rappresenta il flusso emotivo travolgente di una relazione che finisce, ma anche la forza del lasciar andare. È quel momento in cui ti rendi conto che non puoi più salvare chi non vuole essere salvato.
Un progetto a cui vorresti dar vita, prima o poi…
Mi piacerebbe raccogliere le mie canzoni e inserirle in un album,quindi dobbiamo lavorare ancora un po’
Cosa ci riserverà la tua musica nei prossimi mesi?
Nei prossimi mesi sto lavorando a nuova musica, perché Niagara è solo una parte di un percorso che voglio far crescere. Ci saranno altri singoli e molto probabilmente saranno diversi da quest’ultimi. Pian piano sto capendo il genere di musica che vorrei fare e che mi sta meglio. Vorrei anche fare i primi live, perché condividere queste canzoni dal vivo è per me un passo fondamentale per connettermi davvero con chi mi ascolta.
