La nostra intervista
Ho iniziato a suonare la chitarra a undici anni cercando di riprodurre su una corda le melodie di Santo and Johnni. Poi ho scoperto anche le altre cinque corde e sono passato a Lucio Battisti e ai cantautori italiani ‘storici’. Ho iniziato cosi’, pensando che la chitarra fosse uno strumento per fare nuove amicizie. Era vero! La musica mi ha fatto conoscere mia moglie Janet.
Parliamo del tuo nuovo singolo. Come è nato?
Volevo descrivere il pregiudizio, l’atteggiamento verso cio’ che e’ diverso da noi, i luoghi comuni e la pigrizia di confrontarsi con gli altri, ma senza definirli chiaramente, attraverso delle frasi che ho sentito dire negli anni e in parte rielaborato o inventato. Volevo lasciare all’ascoltatore la liberta’ di riconoscerle e o riconoscersi in alcune di queste, di autocriticarsi, rideredi se stesso e, cosi’ facendo, di migliorarsi. Non volevo giudicare nessuno anche perche’ credo che il pregiudizio sia pronto a fare capolino in ognuno di noi, piuttosto volevo stimolare una riflessione sull’argomento.
Che atmosfera si respira in questo nuovo
singolo?
Credo che la ritmica e l’ironia del testo che si sviluppa in un cantato/parlato siano, insieme all’uso del canto scat nel riff, gli elementi distintivi del brano e ne determinino l’atmosfera generale che definirei ‘multicolore’: “Io sono giallo, sono verde, sono rosso, sono nero”.
Hai vinto il Premio miglior Colonna sonora al
Festival di Arezzo, cosa significa per te?
Il fatto che “Io non sono razzista, ma..’” abbia ricevuto questo premio dai musicisti dell’ Orchestra Multietnica di Arezzo nell’ambito del Social Movie Festival e’ un riconoscimento sia alla musica che al messaggio sociale del brano. Non potevo chiedere di piu’. Tutto cio’ mi gratifica e conferma che abbiamo fatto un lavoro sincero e di qualita’. Ne approfitto per ringraziare Marco Locurcio che ha arrangiato il brano e diretto il video, Guido Castellano che ha recitato con me e i bambini e le famiglie del Centre Communautaire Marittime di Molenbeek-Saint-Jean a Bruxelles che hanno partecipato al video. Un grazie anche al loro coordinatore Fabio Checcucci. Infine vorrei ringraziare anche l’etichetta discografica indipendente Italiana Musica Artigiana (IMA) e la agenzia Red&Blue per il loro lavoro di promozione del brano.
Un progetto a cui vorresti dar vita, prima o
poi
Nei prossimi 150 anni voglio far convergere tutte le cose che ho fatto finora nella mia vita. Ho una formazione scientifica che mi ha reso sensibile agli aspetti ambientali. Ritengo inoltre sia un dovere impegnarsi in progetti a sfondo sociale. Pertanto, continuero’ a scrivere canzoni e lanciare messaggi su questi temi, con ironia e realismo. Continuero’ a scrivere brani per bambini e storie musicali che mi piacerebbe tradurre in forma teatrale. Negli ultimi anni ho scoperto la potenza dei videoclipmusicali quali strumenti di comunicazione. Recentemente ho iniziato anche a recitare. Insomma, non vi libererete facilmente di me!
Cosa ci riserverà la tua musica nei prossimi
mesi?
Una preghiera laica in chiave ‘dance’. Voglio fondere spiritualita’ e divertimento.
Volevo descrivere il pregiudizio, l’atteggiamento verso cio’ che e’ diverso da noi, i luoghi comuni e la pigrizia di confrontarsi con gli altri, ma senza definirli chiaramente, attraverso delle frasi che ho sentito dire negli anni e in parte rielaborato o inventato. Volevo lasciare all’ascoltatore la liberta’ di riconoscerle e o riconoscersi in alcune di queste, di autocriticarsi, rideredi se stesso e, cosi’ facendo, di migliorarsi. Non volevo giudicare nessuno anche perche’ credo che il pregiudizio sia pronto a fare capolino in ognuno di noi, piuttosto volevo stimolare una riflessione sull’argomento.
Credo che la ritmica e l’ironia del testo che si sviluppa in un cantato/parlato siano, insieme all’uso del canto scat nel riff, gli elementi distintivi del brano e ne determinino l’atmosfera generale che definirei ‘multicolore’: “Io sono giallo, sono verde, sono rosso, sono nero”.
Il fatto che “Io non sono razzista, ma..’” abbia ricevuto questo premio dai musicisti dell’ Orchestra Multietnica di Arezzo nell’ambito del Social Movie Festival e’ un riconoscimento sia alla musica che al messaggio sociale del brano. Non potevo chiedere di piu’. Tutto cio’ mi gratifica e conferma che abbiamo fatto un lavoro sincero e di qualita’. Ne approfitto per ringraziare Marco Locurcio che ha arrangiato il brano e diretto il video, Guido Castellano che ha recitato con me e i bambini e le famiglie del Centre Communautaire Marittime di Molenbeek-Saint-Jean a Bruxelles che hanno partecipato al video. Un grazie anche al loro coordinatore Fabio Checcucci. Infine vorrei ringraziare anche l’etichetta discografica indipendente Italiana Musica Artigiana (IMA) e la agenzia Red&Blue per il loro lavoro di promozione del brano.
Nei prossimi 150 anni voglio far convergere tutte le cose che ho fatto finora nella mia vita. Ho una formazione scientifica che mi ha reso sensibile agli aspetti ambientali. Ritengo inoltre sia un dovere impegnarsi in progetti a sfondo sociale. Pertanto, continuero’ a scrivere canzoni e lanciare messaggi su questi temi, con ironia e realismo. Continuero’ a scrivere brani per bambini e storie musicali che mi piacerebbe tradurre in forma teatrale. Negli ultimi anni ho scoperto la potenza dei videoclipmusicali quali strumenti di comunicazione. Recentemente ho iniziato anche a recitare. Insomma, non vi libererete facilmente di me!
Una preghiera laica in chiave ‘dance’. Voglio fondere spiritualita’ e divertimento.